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PAROLE DATE

un momento per pensare

PREFAZIONE

seconda parte

di Mario Russotto - Vescovo di Caltanissetta

SCRITTORE

E sapientemente ha scritto Carlo già nell’ottobre 1978: «Solo l’umiltà e scaturire amore porta un giusto fermo di ragione». Quell’umiltà che riverente sa chinarsi all’Autore della vita e a chi nella Chiesa il Pastore di Bellezza rappresenta e ripresenta pur nella fragile finitudine dell’essere. E seppur «resti solo, è vero… c’è l’Amore che è Lui e sempre, i volti, le voci, gli sguardi di chi ami e l’anima…». L’anima… che più s’avvicina a Dio e più si affina nella semplicità, nel mistero di quello sguardo interiore capace di vedere oltre la vista e di cogliere l’invisibile quale eco d’assordante silenzio che, con danza gentile, al Signore conduce. E «Gesù ti attende! Ti sussurrerà ciò che devi o non devi. Ascoltalo!». In quell’ascolto la strada verso Lui continuar si potrà «rafforzando l’umiltà… inchinandosi a Dio». Solo così si farà esperienza che «nulla è inutile nello sforzo e nell’impegno di trarre da ognuno tracce della sua luce». Ma occorre «svolgere tutto per amore, amore per Lui che contiene il tutto ed ogni sua creatura».

Carlo Tedeschi – autore di questi testi, laico e artista, di Dio cercatore e dell’Amore viatore – centinaia e centinaia di giovani ha fatto incontrare con Dio e il Vangelo che è Cristo Gesù; questi giovani ha aiutato a credere nel Signore e a vivere nella Chiesa in comunione, sostenendoli nella ricerca di pace e verità, amore e dignità. E tutti, sempre, ha voluto liberi “dentro”, liberanti con gli altri; prossimi ovunque, felici comunque; del Vangelo con la Chiesa testimoni ma dei potenti e dei prepotenti mai servitori. Con un «unico punto fermo, colmo del tutto, Dio: il nostro unico e meraviglioso Padre dei cieli». Perché «è Dio che parla agli uomini e li cerca, anela a loro, per amarli e condividerne l’eternità… se vorrai… rispondere al richiamo». Immagini in pensieri, parole in versi… pennellate di cielo che odorano di terra intinte nel calamaio del cuore con striature di inchiostro d’anima… e semplice spontanea “spirituale” poesia compongono. Gocce d’amore… anche nel dono del perdono… e nel riconoscimento di preziosi amici che, pur con bianchi capelli… «non vorrei mai perder…». Il mio amico Carlo teologo non è, né filosofo. A me pare invece artigiano della parola, carpentiere del pensiero, falegname di canzoni che fra luci e passi di danza riaccendono nei giovani la speranza. E sì, perché spesso Dio si lascia incontrare nel crocevia di sogni impossibili, come accade a Giacobbe e a Giuseppe, a Francesco e a Chiara, a Gabriele e a Pio, alla Vergine Maria… «Lei si abbandonò al Lui, al suo agire, al suo volere… Se tu ti abbandoni a Lui, Egli non ti abbandona». Ai carissimi amici del Lago di Monte Colombo, giovani e meno giovani, va il mio incoraggiamento di amico e Vescovo, perché abbiano sempre la freschezza del coraggio e la tenacia di credere nell’Amore di Dio e nell’abbraccio della Chiesa. A Carlo, amico carissimo, auguro quanto lui stesso ha scritto: «Non basta mai abbandonarsi nelle braccia dell’infinito Padre. Non basta mai. C’è ancora spazio per dilatare l’anima ed aderire ancor più al suo abbraccio. Non basta mai». A tutti e a ciascuno degli amici del Lago e a quanti, per vie diverse e per differenti ragioni, avranno in mano e leggeranno questo libro consegno a conclusione queste parole di Carlo: «Grazie a voi che oggi potete gustare la bellezza dello sguardo di Dio che si appoggia sui vostri giovani per aprire loro radiosi futuri di fede e d’armonia».

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