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LEO

l'uomo senza tempo - volume 2

INTRODUZIONE
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Durante la lettura sembra di trovarsi in epoca arcaica, dinanzi a un fuoco acceso, quando il saggio del villaggio raccontava in eredità le sue storie di vita familiare: nascono così le prime forme di narrazione orale della cultura umana. In questo modo i giovani venivano “iniziati”, ovvero avviati, introdotti alla conoscenza del mondo e alla scoperta di sé dando un ordine al caos dell’expeririper costruire tracciati di senso.

Parimenti le odierne generazioni – noi – intraprendiamo un “rito di iniziazione”; introdotti nelle storie di vita familiare di Leo mettiamo ordine alle nostre conoscenze del mondo e scopriamo di noi stessi qualcosa di più profondo: forse la risposta a… «Perché… ?»

L’autore si siede infatti, di volta in volta, dinanzi a quel «camino a bocca di balena» e comincia semplicemente a raccontare, mantenendo intatta la freschezza e la vivacità della lingua parlata con le sue ripetizioni e i modi di dire, i suoi proverbi e aneddoti, senza rispettare la sequenza dei fatti ma seguendo un flusso di coscienza che lo lascia spaziare tra i ricordi per abbandonarsi ad essi.

Nel leggere ogni riga, ogni capitolo, non vanno ricercati dunque l’ordine cronologico, la data, la collocazione storica dell’episodio e neanche associati i tempi e i luoghi: si vanificherebbe l’abilità dell’autore di traghettarci al compimento di ciò che è giusto sapere e capire. 

Tutto rimane vero e reale, registrato in presa diretta. 

Episodi in frammenti, personaggi e dialoghi essenziali sono utili all’evolversi del romanzo ma altresì a far emergere la personalità di Leo. Tanti poi i nomi citati, tutti utili all’opera sociale e umanitaria, attraverso il grado della loro fede e disponibilità; ognuno secondo le proprie possibilità; anche quelli non nominati – la moltitudine, la folla, l’umanità di sempre – sono “personaggio” dell’opera letteraria racchiuso nel cuore di Leo ed anche in quello dell'autore che raccoglie in eredità e continua a far vivere il carisma del suo maestro, anche dopo la morte. 

Dal caos dell’experirisi passa così all’ordine del Kairòs esperito, ovvero a quello che i greci distinguevano dal Kronos, inteso come tempo cronologico, quantitativo: è il tempo qualitativo, il presente eterno, l’attimo in cui intorno a lui irrompe il divino ed il tracciato di senso è lasciato – una vita vissuta in modo speciale, nel modo giusto. 

SCRITTORE

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