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LEO

PREFAZIONE

diari di Maria 

SCRITTORE

"Leo diari di Maria"

Non potevo supporre che proprio Maria – l’autrice di queste pagine di diario – mentre scriveva di sé gli aspetti più intimi, già si rivolgeva direttamente a chi avrebbe letto le sue parole in futuro.

Avrei comunque pubblicato le pagine della sua vita, certo essere utili per chi ha praticato la storia di Leo Amici e non solo, anche per l’ultima generazione di giovani che, pur non avendolo conosciuto (è scomparso ormai dal 1986), usufruiscono di tutto ciò che la sua idea, il suo pensiero, il suo esempio hanno prodotto fino ad oggi.

Maria infatti è la messa in moto – per come lui l’aveva definita – di tutto ciò che ha ruotato intorno a lui, ma anche dopo di lui, fino ad oggi.

Non aveva studiato; a volte – ridendo – diceva che era arrivata fino alla sesta (l’anno dopo la quinta elementare) e che lì si era fermata. Ciononostante, quello che scrive è chiaro, immediato, frutto dello sforzo di chi cerca nuovi vocaboli e ne crea altri per comunicare. Maria ha “qualcosa da comunicare” scaturito dalla dedizione al prossimo cui si rivolge: vuole trasmettere la propria esperienza, ciò che lei tocca con mano, ciò che raggiunge con l’impegno e con il sacrificio; ha bisogno di riferire di Leo e descriverlo, di condividere le sue scoperte circa il personaggio, inizialmente sconosciuto e misterioso.

Crede in Dio e in Leo ne trova espressione, scoprendo così non solo il senso della vita in generale ma anche quello – personale – della sua vita; nella libera volontà, però, di scegliere. 

«Il primo verbo che rispetto è la libertà.» diceva infatti Leo… «Non mi devi credere…». 

Maria, che in un primo momento voleva contestarlo, scopre la grandezza di Leo attraverso constatazioni di fatto oggettive che lei rivolge a se stessa, facendole proprie, per indirizzarle poi nella logica dell’Oltre… dal momento che umanamente non trovano una loro collocazione. 

Così, quando Maria scrive grande non è solo un modo di dire in senso lato, intende invece proprio “grande” di misura e sostanza in senso stretto e, quando lo fa rivolta a qualcuno, non è sicuramente un mero aggettivo frutto di entusiasmo o affetto per la persona, no. È perché quell’anima cui Maria si riferisce è veramente grande. L’ha verificato osservando il suo agire, ricercando e usando la ragione che corrispondeva al cuore e toccandolo con mano attraverso tutto il suo essere, facendolo passare anche attraverso la sofferenza, se fosse stato necessario.

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